Ma quanta plastica produciamo? Un infinita! Se ci facciamo caso, quanti oggetti che usiamo quotidianamente sono in plastica? Tanti! E di questa plastica quanta ne riusciamo effettivamente a riciclare?
Non faccio riferimento a numeri e a dati statistici ma volevo fare un piccolo ragionamento attraverso l’osservazione della nostra quotidianità. Come comuni cittadini e consumatori.
Come ho già detto in un altro video/post non tutta la plastica che noi usiamo quotidianamente è effettivamente conferibile nella raccolta della plastica. Attenzioni “conferibile”, cioè vuol dire che prendo il rifiuto/manufatto e lo metto all’interno del sacchetto della raccolta differenziata della plastica – Teniamocelo a mente –
Perché abbiamo visto che solo gli imballaggi sono conferibili nella raccolta differenziata, tutta l’altra plastica no. Un esempio sono i guanti che non svolgono la funzione di imballaggio e quindi, anche se sono in plastica, non sono conferibili nella raccolta della plastica. Fateci mente locale e vedrete che molti prodotti/oggetti che noi utilizziamo quotidianamente non vengono riciclati.
Ma non è tutto, perché non tutta la plastica imballaggio che viene conferita all’interno del sacchetto viene effettivamente “riciclata”.
Conferire e riciclare sono due cose differenti. Conferire: che metto il rifiuto all’interno del sacchetto. Riciclare: che il rifiuto viene effettivamente trasformato in una nuova materia prima seconda.
Spesso sentiamo parliamo di plastica, in realtà dovremmo parlare di plastiche – polimeri differenti – che hanno delle caratteristiche e delle soluzioni di riciclo differenti l’uno dall’altro. E già si creano delle difficoltà (non tutte le plastiche si riciclano). In più alcune plastiche sono dei poliaccoppiati, cioè più materiali/plastiche uniti che non si possono separare e quindi riciclare.
Di tutto questo percorso che fa la plastica ci rendiamo conto che non ne viene riciclata poi così tanta. E, per aggiungere altre considerazioni, mancano anche le impiantistiche: l’impianto che ricicla realmente il prodotto in una materia prima seconda.
Tutto ciò non ci dovrebbe neanche sorprendere più di tanto. Lo vediamo attraverso i media, i social, i telegiornali che la plastica è abbandonata ovunque. Nei nostri mari, nei nostri fiumi. Difficile poi da riciclare e da gestire, perché non c’è solo una questione di riciclo ma anche di gestione. E questo è un grande problema a livello di inquinamento ma anche per gli animali.
E’ un problema perché la plastica non si decompone ma si degrada in piccole particelle chiamate micro-plastiche. Ce le troviamo ovunque… L’ultima notizia, non solo nell’acqua, nel cibo che mangiamo ma anche nella frutta. Addirittura hanno trovato le micro-plastiche sulla neve. Ci rendiamo conto che questa è una grande problematica.
E la soluzione qual è? Quella che mi viene più spontanea, più semplice da attuare è di utilizzarla il meno possibile. Utilizzare la plastica solo quando è necessario. Diminuendo la produzione e la quantità di plastica, per meglio dire di plastiche, quelle poche che dobbiamo produrre ed usare – perché ci servono e sono necessarie – le riusciamo a gestire e a riciclare. Riusciamo a creare con una vera e propria economia circolare.
Ma se noi continuiamo a produrne tanta, a consumarne tanta non riusciremo mai a gestire questo rifiuto tanto comodo ma tanto pericoloso. Dobbiamo diminuire la produzione dei rifiuti cercando di trovare delle soluzioni alternative a questa plastica che ci sta invadendo la nostra vita e il nostro futuro.