Categoria: Rifiuti

Raccolta differenziata della carta: cosa mettere e cosa no

Lo sapevi che carta e cartone se vengono correttamente differenziati e reimmessi nel ciclo produttivo, possono avere fino a 7 vite proprio come i gatti? Non sono riciclabili all’infinito ma sono una grande risorsa, utile e facile da riciclare.

Siamo abituati a vedere un pezzo di carta o di cartone come un “rifiuto” senza renderci conto che in realtà sono una vera e propria “risorsa”. Dobbiamo saper guardare oltre l’aspetto del macero e renderci conto dell’importanza che ha una corretta raccolta differenziata e la conseguente rinascita di questo materiale.

Per conoscere il conferimento di altri rifiuti clicca qui!

La regola regina è di conferire la carta e cartone, nella raccolta differenziata, pulita. Ed in caso di utilizzo del sacchetto in plastica per il trasporto del materiale, una volta svuotato, di conferirlo nella raccolta differenziata della plastica.

Prima di approfondire l’argomento tramite il video che ho pubblicato sul mio canale You Tube – Se vi piace e vi interessa iscrivetevi. E’ gratis! – vediamo alcuni esempi di cosa è conferibile e cosa no.

Si possono gettare nella raccolta differenziata della carta e cartone: giornali, riviste, quaderni e fogli anche scritti e colorati, dépliant, scatole e scatoloni appiattiti privi di nastro adesivo, imballaggi in carta come astucci di riso o pasta o di dentifricio, cartoni della pizza puliti, biglietti dei mezzi pubblici, bollette e lettere anche con finestra trasparente, gratta e vinci.

NON si possono gettare nella raccolta differenziata della carta e cartone: gli scontrini, la carta oleata, la carta copiativa, la carta da forno (eccetto quella compostabile pulita), la carta del burro, i fazzoletti e i tovaglioli puliti, la carta plastificata, la carta vetrata, il nastro adesivo in carta, la carta sporca.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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Raccolta differenziata umido organico

Da quando c’è la raccolta differenziata sentiamo spesso parlare del rifiuto UMIDOORGANICO.
Detto in poche parole, sono i rifiuti (organici) costituiti per la maggior parte da scarti alimentari e da
piccole potature, nonché anche, da alcuni 
prodotti industriali dalle caratteristiche compostabili.

Esempio pratico: avanzi di frutta e verdura, alimenti scaduti, gusci d’uovo e di frutta secca, carne,
pesce, piccole ossa, lische, fondi di caffè, piantine e fiori recisi. MA ANCHE filtri del tè, cialde del caffè,
fazzoletti di carta, tovaglioli di carta, carta assorbente, stuzzicadenti, stecchini del gelato,
cartoni della pizza sporchi, cenere di legna spenta, trucioli di matita e di pastelli, lettiere di animali
domestici vegetali, ed anche i sacchetti compostabili rotti e le stoviglie usa e getta compostabili.

Tutto questo viene raccolto attraverso la “raccolta differenziata” ed inviato agli impianti di compostaggio.
Dove si riproduce, in forma accelerata, il processo naturale di decomposizione delle sostanze biodegradabili.
Così grazie al riciclaggio dei nostri rifiuti organici e compostabili si ottiene il compost, un prodotto
che viene abitualmente utilizzato come terriccio e fertilizzante per orti e giardini.
Ma non solo… attraverso questo processo si ottiene anche il biogas,
che si può trasformare in biometano utile per noi come risorsa energetica.

Ma ora, una volta assolta la spiegazione di rito, andiamo a vedere dei piccoli e utili consigli pratici.

Vediamo insieme come gestire al meglio la raccolta dell’UMIDO ORGANICO 😉

La prima cosa è il SACCHETTO che deve essere di materiale compostabile.
In bioplastica (per intenderci i sacchetti della spesa e dell’ortofrutta) o di carta.
E’ molto importante che non siano di plastica classica ma solo di materiale compostabile
perché altrimenti comprometterebbe l’intero riciclaggio. Tanta fatica a separare per niente!!!

Seconda cosa è il CONTENITORE. Non tutti sanno che per evitare i classici cattivi odori il contenitore
del sotto lavello deve avere dei fori per evitare la fermentazione dei cibi e la formazione di umidità.
In questo modo possiamo dire addio ai cattivi odori.
Lo spiego anche in questo breve video stories del profilo Instagram di Pianeta delle Idee.

^_^

Terza cosa è di NON GETTARE sulla raccolta dell’umido organico GLI IMBALLAGGI degli alimenti, 
a meno che sia espressamente scritto che sono compostabili. Così come i FARMACI che sono nocivi
al compost o le GOMME DA MASTICARE e le tanto famose CICCHE o MOZZICONI DI SIGARETTE.

Quarta ed ultima cosa è che se GETTIAMO il sacchetto dell’ortofrutta ricordiamoci di
togliere l’etichetta del prezzo che abitualmente, per ora, sono di carta termica incompatibile
con la raccolta differenziata dell’umido organico. Un piccolo ingegno, per evitare di
impazzirsi a toglierla, è di attaccarla sulla parte terminale del sacchetto in modo tale
da staccarla con facilità e, magari, riutilizzare il sacchetto per la raccolta dell’umido organico 😉

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene
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Dove si buttano i rami secchi, erba, sfalci e potature?

Con l’arrivo della primavera molti di noi che amano, o che semplicemente devono praticare il giardinaggio,
si ritrovano ad avere a che fare con erbe, erbacce, rami secchi e foglie raccolte.

E prima o poi, con l’arrivo della raccolta differenziata nel proprio comune,
la domanda nascerà spontanea: ma dove vanno gettate?
Essendo naturali si possono gettare nell’umido o vanno nella raccolta degli sfalci?

Dipende dalla quantità di erbe, erbacce, rami secchi e foglie raccolte.

Se sono di piccole quantità si possono gettare nella raccolta dell’UMIDO/ORGANICO.
Per intenderci meglio… Foglie e rami di piante presenti in casa.
Che entrano all’interno del sacchetto della raccolta dell’umido/organico.

Altrimenti vanno gettati nella raccolta degli SFALCI E POTATURE
nella modalità di raccolta prevista dal proprio comune.


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Secco residuo non riciclabile

Una delle cose che inizialmente non riuscivo a capire sulla differenziazione dei rifiuti
era proprio cosa fosse il sacchetto del SECCO RESIDUO NON RICICLABILE.
Avevo così tanti “input” da andare in confusione e non capire correttamente il tutto.

Allora ho pensato di creare un articolo specifico per chi è alle prime armi
con la raccolta differenziata, allo scopo di chiarire il termine e cosa va gettato.
Aspetto non così secondario visto che in vari comini d’Italia stanno iniziando ad utilizzare,
nei sacchetti per la raccolta differenziata, un codice identificativo sulla nostra modalità di smaltimento.
Con conseguenze anche a livello economico di tasse e sanzioni amministrative.

Ascolta anche il PODCAST per comprendere meglio cos’è il sacchetto del SECCO RESIDUO.

La prima DOMANDA che spesso mi chiedono è se la raccolta del SECCO RESIDUO
è la stessa cosa della raccolta dell’INDIFFERENZIATO.
La RISPOSTA è SI’.
Non esiste un termine unico e vengono spesso utilizzati entrambi.

SECCO RESIDUO NON RICICLABILE – SECCO RESIDUO –
INDIFFERENZIATO – SECCO RESIDUALE

Più che fare la lista dei rifiuti che si possono gettare (sarebbe infinita), io vorrei farti
capire il concetto base di cosa va gettato in questo sacchetto.
Si gettano tutti quei RIFIUTI che NON POSSONO ESSERE RICICLATI, cioè 

quelli per i quali non riusciamo a trovare una collocazione.

Inizialmente quando avevo un rifiuto fra le mani mi facevo sempre le stesse domande.
Lo posso gettare sulla carta? No.
Lo posso gettare sulla plastica? No.
Lo posso gettare sui metalli o alluminio? No.
Lo posso gettare sull’umido organico? No.
Lo posso gettare sui rifiuti speciali? No.
Lo posso gettare sui rifiuti pericolosi? No.
Lo posso gettare sui rifiuti RAEE? No.
E così via…
Se non trovavo alcuna collocazione allora lo gettavo nel SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.
Poi con il tempo si memorizzano automaticamente i rifiuti da gettare e le domande spariscono magicamente.

In pratica sono i RIFIUTI definiti SOLIDI URBANI che non si possono riciclare vuoi per la loro natura,
vuoi perché composti da più materiali riciclabili ma non separabili manualmente, che sono destinati
purtroppo allo smaltimento nella classica discarica o in un termovalorizzatore.

NON SI POSSONO BUTTARE I RIFIUTI RICICLABILI, NE’ I RIFIUTI PERICOLOSI,
NE’ I RIFIUTI SPECIALI.  NEANCHE I RIFIUTI RAEE, I RIFIUTI INGOMBRANTI O DERIVATI
DA COSTRUZIONI E DEMOLIZIONI COME INERTI E CALCINACCI.

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Dove buttare l’olio esausto da cucina?

 Quattro settimane fa ho pubblicato un articolo sulla Fatberg, tradotto in italiano Iceberg di grasso.
Una massa solida come una palla formata soprattutto dal grasso d’olio gettato negli scarichi.
Famoso, per ora, il caso nelle fognature di Londra.

Questo ci fa riflette su quanto sia importante smaltire, nel modo opportuno, l’olio esausto da cucina.
Non tutti sanno che non parliamo solo dell’olio di frittura, ma anche dell’olio di cottura classica e
quello presente per conservare il cibo pronto e sott’olio delle scatolette.
Ad esempio l’olio del tonno, l’olio dei vasetti delle verdure sott’olio.

NON SI GETTA NELLO SCARICO DEL LAVELLO DELLA CUCINA o DEL WC
o SU FOGNATURE COMUNALI o BIDONI DELLA SPAZZATURA

L’olio da cucina non è biodegradabile e non è neanche organico.
E’ un Rifiuto Urbano Pericoloso (RUP).
Se gettato nell’ambiente causa ingenti danni a noi e all’ecosistema.

Per questo va raccolto in un apposito contenitore, che abitualmente viene dato dal comune,
ma non è necessario in quanto possiamo raccoglierlo anche in un flacone del detersivo riciclato
e portarlo in uno degli appositi punti raccolta dell’olio vegetale esausto presenti
nel comune di appartenenza. In mancanza all’Ecocentro comunale.
Qualora non sia ancora attiva la raccolta differenziata, è attivo comunque il ritiro del rifiuto
delle attività professionali. Provate a chiedere ai gestori se potete conferire l’olio esausto con loro.

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO CHE HO SCRITTO PER LA STAMPA TUTTO GREEN
SULLO SMALTIMENTO DELL’OLIO E I GRASSI ALIMENTARI

Lo ripeto ma, è importante non gettare l’olio negli scarichi per non inquinare.
Sembra un gesto innocuo ma in realtà, come avete visto, non lo è.
Inoltre l’olio è recuperabile e riciclabile.
Ad esempio da esso si possono ricavare biodisel, grassi industriali,
lubrificanti vegetali ed energia 
elettrica e termica.

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Cosa si butta nella raccolta del vetro?

Sembra una cosa ovvia e scontata.
Sulla raccolta del vetro va gettato tutto il vetro che produciamo come rifiuto.
Ma siamo sicuri che quello che abbiamo fra le nostre mani sia effettivamente vetro riciclabile?

Andiamo a fare chiarezza e capire cosa possiamo gettare nella raccolta differenziata del vetro e cosa no.

Iniziamo ricordandoci la frase del COREVE.
“Bottiglia e vasetto, questo è il binomio perfetto. Per tutto il resto, cambia cassonetto!”

 La raccolta del vetro è destinata alle sole bottiglie, bottigliette, barattoli e vasetti
(a volte possono portare impressa la sigla VE).
Non occorre risciacquare prima di differenziarli, ma è importante svuotarli da eventuali residui.
Non occorre neanche eliminare etichette o altri accessori che non vengono via facilmente.
Ma togliere i tappi in plastica o in metallo quello sì è buona norma.
Così come separare il sacchetto con cui, eventualmente, si è trasportato il vetro da riciclare.

^_^

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO CHE HO SCRITTO PER LA STAMPA TUTTO GREEN
SULLO SMALTIMENTO DEL VETRO

^_^

E’ importante anche ricordarsi di tenere alla larga
i cosiddetti FALSI AMICI DELLA RACCOLTA DEL VETRO.

La vetroceramica (tipo il “pirex”), così come i piatti, le tazzine in ceramica o in porcellana.
Bicchieri, oggetti e bottiglie in cristallo che contengono un’elevata quantità di piombo.

Anche i classici bicchieri in vetro non possono essere gettati nel vetro ma
vanno conferiti nella raccolta del secco residuo /indifferenziato.

Lampadine, lampade a scarica (neon) e specchi contengono sostanze pericolose per l’ambiente,
assolutamente non sono compatibili con il riciclo del vetro.

Ed in fine quando gettiamo i vasetti con il coperchio in alluminio ricordiamoci di separarli.
Anche se vengono raccolti con la modalità congiunta vetro-metallo, è preferibile comunque separarli.

Fonte immagine COREVE

Semplicemente solo bottiglie e vasetti. Facile da ricordarsi, no!

Fonte COREVE

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Dove si butta il legno?

Il legno è un materiale preziosissimo che ci regala l’ambiente.
Utilizzato sin dall’antichità, è prezioso per le sue caratteristiche essendo resistente,
durevole ma al tempo stesso malleabile e lavorabile. Ma non solo.
E’ fonte di energia, è naturale e riutilizzabile al 100%.

Un materiale ecologico, ecosostenibile e rinnovabile.
Solo, come ben sappiamo tutti, per poter godere di tutto ciò viene spesso abusato
il metodo di acquisizione della fonte primaria.
Attraverso il disboscamento selvaggio di foreste distrutte portando alla scomparsa
dell’ecosistema 
e della biodiversità che ci vive. O per meglio dire, viveva.

Apro una piccola parentesi.
Quando acquistiamo materiale proveniente dal legno, quindi non solo il legno
ma anche i suoi derivati come la carta, cerchiamo sempre questi simboli FSC o PEFC.
Significa che il legno utilizzato proviene da foreste gestite in maniera responsabile.
Una corretta gestione forestale nel rispetto dell’ambiente e la tracciabilità dei prodotti derivati.

Detto questo la domanda è: Dove si butta il legno?

Il LEGNO va portato al CENTRO DI RACCOLTA / ECOCENTRO del comune.
Dove troverete un apposito grande contenitore con scritto LEGNO.

Questo è importante perché nel nostro piccolo possiamo far sì che i rifiuti legnosi raccolti
possano essere lavorati e trasformati in legno nuovo di zecca ed essere impiegato
per la produzione dell’industria del mobile e della bioedilizia. Ma non solo.
Per la produzione di pasta cellulosica per le cartiere e per la produzione di compost o terriccio (concime).

Fonte: RILEGNO

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Dove si getta l’Alluminio e l’Acciaio?

 

Nella nostra vita quotidiana abbiamo sempre più spesso a che fare anche
con la raccolta differenziata degli imballaggi 
dell’alluminio e dell’acciaio.

Materiali riciclabili al 100%riutilizzabili all’infinito.
Quindi è importantissimo riciclarli correttamente e capire come si differenziano.

RICORDIAMOCI che quando parliamo di Raccolta Differenziata dei Metalli va considerata
solo la tipologia degli IMBALLAGGI e delle Frazioni Merceologiche Similari.
Non degli oggetti di metallo e/o di acciaio che vanno
portati, invece, nel Centro di Raccolta Comunale della nostra città.
 
Detto questo, andiamo in ordine.
Quali sono gli IMBALLAGGI di METALLO?
 
Possiamo dividerli in:
 ACCIAIO ed ALLUMINIO.
_______________

Di IMBALLAGGI in ACCIAIO ne abbiamo molti all’interno della nostra casa.

Il simbolo è
Sono i barattoli dei pelati, le scatolette di tonno,
le bombolette spray (differenziabili solo quelle PRIVE del simbolo 
o della dicitura di nocività del prodotto), i coperchi dei vasetti di vetro,
 i tappi delle bottiglie di vetro, le bombolette per l’igiene personale 
come il deodorante e i secchielli delle vernici (differenziabili solo
quelle PRIVE del simbolo o della dicitura di nocività del prodotto), ecc..

 

Per l’elenco completo degli imballaggi in acciaio vai su RICREA.org
Consorzio nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio
_______________
 
Gli IMBALLAGGI di ALLUMINIO oggigiorno sono l’imballaggi di metallo più diffusi.
L’alluminio è un metallo leggero, malleabile ed amagnetico.
 
Il simbolo è

Non sono solo le famose lattine delle bevande ma anche i tappi dello yogurt,
le scatolette della carne, le vaschette che usiamo per cuocere al forno,
 i tubetti dei cosmetici in alluminio, le bombolette spray (differenziabili solo quelle
 PRIVE del simbolo o della dicitura di nocività del prodotto), le capsule per la chiusura delle bottiglie, ecc…

 Ma, anche, il Foglio di Alluminio – detto anche Carta Stagnola.
 
Per l’elenco completo degli imballaggi in allumino vai su CIAL
Consorzio Imballaggi Alluminio

_______________

A volte sugli imballaggi non sono presenti i Codici di Riciclaggio.
Nel caso in cui nel vostro comune si differenzia i Metalli in generale non è un problema.
Differente è la situazione nei comuni che differenziano separatamente l’acciaio dall’alluminio.

Non vi preoccupate, c’è la soluzione.
Guardate il video dove vi svelo il magico trucco 😉



Non necessita sciacquare gli imballaggi dei metalli. Ma svuotarli e togliere i residui del prodotto invece si.

Ad Esempio il foglio di allumino con pezzetti di carne o patate non può essere conferito nell’alluminio.
Ma se li togliamo, allora, si può conferire anche se rimane un piccolo residuo di olio o di sugo 🙂
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Dove si gettano i Poliaccoppiati?

Il mondo della raccolta differenziata è veramente infinita… Ce ne accorgiamo quando abbiamo per le mani un imballaggio che non capiamo bene di quale materiale è composto.
Sarà plastica? Sarà carta? O forse sarà alluminio? Stiamo parlando dei famosi POLIACCOPPIATI.

Un Poliaccoppiato è un imballaggio costituito da più materiali (plastica e/o carta e/o alluminio) che però non possono essere separati manualmente.
Bene, ora che abbiamo capito cos’è vediamo dove si butta un poliaccoppiato.
Si utilizza la regola del materiale prevalente di cui è composto.


POLIACCOPPIATI A PREVALENZA PLASTICA sono conferibili nella raccolta della PLASTICA
Se provando a piegare il rifiuto tende a tornare alla forma originale, cioè ritorna come prima, molto probabilmente è in prevalenza plastica.
Un metodo non scientifico e un po’ fai da te ma che potrebbe tornarci utile.


POLIACCOPPIATI A PREVALENZA CARTA sono conferibili nella raccolta della CARTA SOLO se hanno superato il test di riciclabilità che viene attestato sull’imballaggio con la scritta “RACCOLTA CARTA“.

Se non è presente nessuna indicazione devono essere conferiti nella  raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.
E non dimentichiamoci che anche il TETRA PAK è un poliaccoppiato. Per sapere dove si getta clicca qui.


I POLIACCOPPIATI A PREVALENZA ALLUMINIO sono conferibili nella raccolta dei METALLI/ALLUMINIO.  Se provando a piegare il rifiuto rimane accartocciato, molto probabilmente è in prevalenza alluminio. Anche questo è un metodo non scientifico e un po’ fai da te ma che potrebbe tornarci utile.


Ci viene in aiuto anche il “codice di riciclaggio” chiamato anche “simbolo di riciclaggio” che identifica in modo univoco il materiale del quale è costituito un imballaggio.
Questo codice purtroppo è facoltativo e non obbligatorio, quindi, non sempre è presente.

PI → SIMBOLO GENERICO DEI POLIACCOPPIATI
C/PAP (da 80 a 84) → imballaggio con prevalenza CARTA
C/LDPE (90) → imballaggio con  prevalenza PLASTICA
C/ALU (82-84-90) → imballaggio con prevalenza ALLUMINIO
CA → IMBALLAGGIO DI CARTONE POLIACCOPPIATO

I POLIACCOPPIATI CON SIMBOLO GENERICO (PI)
devono essere gettati sulla raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

FONTI:
COREPLA COMIECO  CIAL  CONAI


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Qual è la plastica riciclabile?

Sarà capitato anche a te di avere tra le mani un rifiuto in plastica e chiederti dove va gettato?  Plastica o secco residuo/indifferenziato?  Come possiamo capire se un oggetto in plastica è riciclabile o meno?

La raccolta differenziata della plastica riguarda SOLO GLI IMBALLAGGI quindi bottiglie, flaconi, vaschette, sacchetti della spesa, buste, pellicole trasparenti, piatti e bicchieri monousogrucce di plastica, vaschette polistirolo, ecc… 

Tutto ciò che NON è IMBALLAGGIO in plastica va gettato nella raccolta del SECCO RESIDUO/ INDIFFERENZIATO o portato all’ECOCENTRO (nei comuni provvisti)  nella raccolta della PLASTICA NON IMBALLAGGIO.

Citiamo alcuni esempi: giocattoli, secchielli, ciabatte, canotti, palloni, occhiali, biro, pennarelli, bacinella dell’acqua, guanti,  ecc…

FONTE COREPLA

Per capire meglio cos’è un IMBALLAGGIO clicca qui.

Perché è differenziabile solo un imballaggio in plastica ed un altro oggetto sempre in plastica no?

Perché nel mondo della raccolta differenziata ci sono delle logiche diverse dal nostro quotidiano. Purtroppo solo i produttori di imballaggi pagano il Contributo Ambientale Conai, grazie al quale i Consorzi Nazionali per il Recupero dei materiali possono sostenere le spese per il riciclo e riconoscere i corrispettivi ai comuni in base alla quantità e alla qualità del materiale differenziato.

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Dove si butta il Tetra Pak?

Quando si parla di raccolta differenziata si pensa subito a come differenziare e, quindi gettare, 
la plastica, la carta, il vetro, l’alluminio ed il famoso rifiuto umido organico. 
Ma nella nostra vita quotidiana produciamo anche altri tipi di rifiuti, come ad esempio il Tetra Pak.
Il Tetra Pak è un materiale molto diffuso che in teoria tutti noi conosciamo.
Infatti esso è il brick che utilizziamo tutti i giorni: il contenitore del latte, dei succhi di frutta,
del vino, delle minestre ed anche altri prodotti alimentari.
 


Il Tetra Pak è costituito da vari fogli di materiali diversi che sono la carta, il polietilene e l’alluminio.
Questo permette di evitare l’uso di conservanti nei cibi. 
^_^
Quindi il Tetra Pak dove va gettato? 
Dipende se nel nostro comune la raccolta del Tetra Pak è attiva o meno.
Per saperlo si può andare sul sito www.tiriciclo.it e selezionare il comune.
Oppure chiedere direttamente al gestore dei rifiuti comunale.
 ^_^
Se la raccolta del Tetra Pak è ATTIVA abitualmente si getta
 nella CARTA e/o nel CARTONE ma non sempre… Quindi scaricate l’opuscolo!
In alcuni comuni, ad esempio, si conferisce insieme alla plastica o al vetro!
 
Invece se nel nostro comune ancora NON è ATTIVA la raccolta del Tetra Pak
va gettato nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.
^_^
Suggerimento degno di nota da parte di Stefano seguace di Pianeta delle Idee.  
Il sito TI RICICLO purtroppo non è molto aggiornato: in moltissimi comuni la
raccolta del Tetrapak è attiva, ma la mappa dice ancora di gettarlo nell’indifferenziato”
Quindi Occhio 😉
Informiamoci bene… magari il sito deve essere ancora aggiornato!
 ^_^

Inoltre ricordiamoci che quando si differenziano i contenitori di Tetra Pak 
vanno lavati e schiacciati per ridurne al minimo l’ingombro del rifiuto.
^_^

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