Categoria: Raccolta differenziata Page 1 of 14

Rifiuti elettronici e raccolta differenziata – RAEE

Nel precedente post abbiamo visto se era possibile vivere senza frigorifero. In questo post, invece, affronteremo l’aspetto del conferimento dei dispositivi tecnologici RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Nello specifico quello del frigorifero.

Nel video qui sotto, che ho pubblicato sul mio canale You Tube – se vi piace e vi interessa iscrivetevi. E’ gratis! – cerco di fare una panoramica per dare una visione completa.

  1. Percentuali di recupero e di riciclo dei RAEE
  2. Dove si conferiscono
  3. I 5 raggruppamenti RAEE
  4. Come si ricicla un frigorifero
  5. Perché riciclare i RAEE?

Ma se hai dei suggerimenti in tema, non esitare a condividerli attraverso i commenti. Così da poterci confrontare e darci degli spunti utili a tutti noi.

P.S. Ricordo che le INDICAZIONI date sono a CARATTERE GENERALE e non specifiche per ogni comune d’Italia. In caso di dubbio per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

Ricordandoci che il miglior rifiuto, non è quello che viene riciclato ma, è quello che non viene prodotto.

Se avete altre notizie o dettagli non esitate a commentare o a contattarmi tramite mail.

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Pianeta delle Idee Ambiente a RTL102.5 NEWS

Orgogliosa e felice di essere stata ospite a RTL 102.5 News. Tutto questo è stato possibile grazie all’invito di Andrea Piscina, Luca Buson e Angela Gugliara per avermi dato la possibilità di parlare in radiovisione di raccolta differenziata ♻️

Si parla alla radio e alla televisione sempre più spesso di sostenibilità ma poco di una corretta raccolta differenziata. Per questo per me è stata una bellissima occasione e una bellissima esperienza.

Vi lascio il video dell’intervista e, se vi piace, spero lo possiate condividere con i vostri contatti per far crescere una maggiore consapevolezza sull’importanza del rispetto per l’ambiente. Anche attraverso una corretta raccolta differenziata.

GUARDA ANCHE IL MIO ELENCO RIFIUTI DALLA A ALLA Z

Ricordandoci che il miglior rifiuto, non è quello che viene riciclato ma, è quello che non viene prodotto. Ridurre i rifiuti ci permette di avviare anche una raccolta differenziata più efficiente ed efficace 😉

GUARDA ONLINE RTL 102.5 NEWS

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Dove si buttano gli abiti usati?

Avendo affrontato la scorsa settimana il tema dell’armadio sostenibile con i 5 errori da evitare, in questo sito è d’obbligo e conseguenziale affrontare anche una corretta differenziazione dei vestiti presenti – appunto – all’interno dei nostri armadi.

E la domanda nasce spontanea: dove si buttano gli abiti usati?

In realtà, attualmente, in Italia, la raccolta differenziata della frazione tessile dei rifiuti urbani non è obbligatoria ma comunque presente nei territori comunali.

Per questo possiamo di nostra volontà portare gli abiti usati, accessori d’abbigliamento, tessili e biancheria per la casa in buono stato e puliti (mi raccomando) come anche abiti e stoffe lesionate presso i vari CASSONETTI GIALLI degli abiti usati – raccolta stradale – sparsi sul suolo pubblico e presso le isole ecologiche.

Circa il 68% prenderà la via del riutilizzo direttamente in cicli di consumo. Circa il 29% prenderà la via del riciclo ovvero si recupera le fibre tessili da impiegare nell’industria anche tessile. Circa il 3% prenderà la via dello smaltimento*.

Per conoscere il conferimento di altri rifiuti clicca qui!

Questo tipo di raccolta stradale viene percepita, a volte, come una vera e propria donazione che, a differenza della raccolta stradale che ridona una seconda vita tramite il riuso o il riciclo dei materiali, invece ha la caratteristica non commerciale e la finalità di distribuzione ai bisognosi.

Invece gli abiti usati, accessori d’abbigliamento, tessili e biancheria per la casa non in buono o sporchi dovranno essere conferiti nella raccolta del SECCO RESIDUO detto anche INDIFFERENZIATO.

Però ci sono novità positive perché con l’approvazione del Pacchetto Europeo sull’Economia Circolare gli stati membri, tra cui anche l’Italia, entro il 2025 dovranno rendere OBBLIGATORIA la raccolta differenziata della frazione tessile dei rifiuti urbani.

A titolo esemplificativo si possono conferire – in buono stato e puliti – nei cassonetti stradali gialli: vestiti, scarpe accoppiate, accappatoi, asciugamani, cinture, borse, lenzuola, tovaglie di stoffa, cappelli, ecc..

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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* Dati forniti da unicircular.org

Raccolta differenziata della carta: cosa mettere e cosa no

Lo sapevi che carta e cartone se vengono correttamente differenziati e reimmessi nel ciclo produttivo, possono avere fino a 7 vite proprio come i gatti? Non sono riciclabili all’infinito ma sono una grande risorsa, utile e facile da riciclare.

Siamo abituati a vedere un pezzo di carta o di cartone come un “rifiuto” senza renderci conto che in realtà sono una vera e propria “risorsa”. Dobbiamo saper guardare oltre l’aspetto del macero e renderci conto dell’importanza che ha una corretta raccolta differenziata e la conseguente rinascita di questo materiale.

Per conoscere il conferimento di altri rifiuti clicca qui!

La regola regina è di conferire la carta e cartone, nella raccolta differenziata, pulita. Ed in caso di utilizzo del sacchetto in plastica per il trasporto del materiale, una volta svuotato, di conferirlo nella raccolta differenziata della plastica.

Prima di approfondire l’argomento tramite il video che ho pubblicato sul mio canale You Tube – Se vi piace e vi interessa iscrivetevi. E’ gratis! – vediamo alcuni esempi di cosa è conferibile e cosa no.

Si possono gettare nella raccolta differenziata della carta e cartone: giornali, riviste, quaderni e fogli anche scritti e colorati, dépliant, scatole e scatoloni appiattiti privi di nastro adesivo, imballaggi in carta come astucci di riso o pasta o di dentifricio, cartoni della pizza puliti, biglietti dei mezzi pubblici, bollette e lettere anche con finestra trasparente, gratta e vinci.

NON si possono gettare nella raccolta differenziata della carta e cartone: gli scontrini, la carta oleata, la carta copiativa, la carta da forno (eccetto quella compostabile pulita), la carta del burro, i fazzoletti e i tovaglioli puliti, la carta plastificata, la carta vetrata, il nastro adesivo in carta, la carta sporca.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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INVISALIGN: Dove si butta?

Parlando sempre di raccolta differenziata e, io stessa, essendo una paziente Invisalign come non potevo trattare questo tipo di rifiuto! Ancora prima di iniziare questo trattamento ortodontico mi sono chiesta sull’Invisalign: Dove si butta? Per essere più precisa… Dove si conferisce?

Perché nel web si trovano tantissime testimonianze ed informazioni sulle mascherine ortodontiche trasparenti ma nessuno parla del suo conferimento.

Per consultare altri rifiuti clicca qui

Per questo motivo ho pensato di trattare questo argomento, non solo dando le indicazioni di conferimento sugli allineatori ma, anche su quello che gli gravita intorno.

Quindi nel video parlerò anche della confezione di imballaggio e del porta Invisalign.

Spero che il video vi sia tornato utile e se avete dei conoscenti o familiari che stanno in trattamento con l’ortodonzia trasparente segnalategli il video 😉

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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Responsabilità Estesa del Produttore

Spesso quando parlo di raccolta differenziata e di conferimento dei rifiuti, mi chiedete – ad esempio – perché si conferiscono solo gli imballaggi e non tutti gli oggetti? Soprattutto quando si tocca la tematica della plastica, per molti di noi prendere coscienza che, attualmente, solo gli imballaggi in plastica vengono avviati a riciclo… Non piace affatto!

Quello che mi viene spesso detto e contestato è perché non si fa lo sforzo di inserire a riciclo tutta la plastica che buttiamo. Del resto è plastica. Qual è il problema?

Detta così è un ragionamento logico e semplice ma nella realtà del mondo della raccolta differenziata, come per altri settori, non è che una persona si sveglia al mattino e decide di riciclare solo gli imballaggi e tutta l’altra plastica no.

Come per ogni cosa c’è una legislazione a cui fare riferimento che regolamenta la raccolta differenziata. Direttive Europee che vengono poi recepite dagli stati membri, anche l’Italia, attraverso i Decreti Legislativi.

Quindi in questo breve video cerco di spiegare in modo semplice, ma un po’ più dettagliato del solito, perché vengono avviati a riciclo alcuni rifiuti ed altri no. Facendo riferimento alla normativa vigente e alla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) spiegando cos’è.

Ricordandoci che il miglior rifiuto, non è quello che viene riciclato ma, è quello che non viene prodotto.

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4 packaging/materiali non sostenibili come credi

Siamo sicuri che i packaging/materiali definiti sostenibili lo sono veramente? Scopriamo insieme 4 packaging/materiali non sostenibili come credi e che non dovrebbero, quando è possibile fare una scelta alternativa, far parte della nostra spesa.

Quando parliamo di imballaggi si crea spesso ed inevitabilmente del grande caos mentale perché ci sono varie tipologie di packaging, di materiali con cui sono fatti gli imballaggi e anche varie correnti di pensiero.

Quindi in questo post/video desidero parlarti e porre l’attenzione – secondo la mia conoscenza in tema della sostenibilità e della gestione dei rifiuti a fine vita, su 4 packaging/materiali non sostenibili come credi.

📎 Tetra Pak

📎 Imballaggi in plastica nera

📎 Stoviglie usa e getta in bioplastica

📎 Palloncini in bioplastica

Non ti resta che vedere il video dove parlo di questi 4 packaging/materiali e dirmi, se ne hai il desiderio, la tua opinione in merito.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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5 consigli per differenziare le BOTTIGLIE DI PLASTICA

Oggi vi racconto, anzi, vi suggerisco 5 CONSIGLI per differenziare al meglio le BOTTIGLIE DI PLASTICA che, sappiamo un po’ tutti, sono una delle principali fonti di inquinamento di mari ed oceani. Ma non solo… Addirittura siamo riusciti ad invadere, con la nostra mala educazione, anche boschi e vette di montagne.

Quindi partiamo subito con il primo consiglio, che sembra banale, ma purtroppo non lo è!

1.
NON ABBANDONARLE MAI IN NATURA sono pericolose per gli animali, per l’equilibrio dell’intero ecosistema e, purtroppo, non si disintegrano ma si trasformano in microplastiche.

2.
CONFERISCILE SEMPRE NELLA RACCOLTA DELLA PLASTICA le bottiglie in plastica sono altamente riciclabili e trasformabili in materia prima seconda.

3.
NON SCHIACCIARLE MA APPIATISCILE COME UNA SOTTILETTA
in questo modo gli impianti di selezione hanno più facilità nel riconoscerle e avviarle a riciclo. Clicca qui per vedere l’esempio pratico.

4.
TOGLI L’ETICHETTA QUANDO È IN CARTA
questo aiuta ad ottenere una raccolta differenziata di qualità.

5.
QUANDO PUOI UTILIZZA UN SUPPORTO ALTERNATIVO ALLA BOTTIGLIA DI PLASTICA
ridurre i rifiuti in plastica è fondamentale per cercare di risolvere la problematica dei rifiuti plastici.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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Dove si butta la buccia del Galbanino?

Melania mi sai dire dove si butta la buccia del Galbanino? Perché ho il dubbio se deve essere gettata nella raccolta dell’organico o dell’indifferenziato.

Questa è una delle domande che mi pongono più frequentemente in direct online o quando si fanno due chiacchiere sulla raccolta differenziata.

Il dubbio sorge perché la buccia del Galbanino è un rifiuto, per così dire, un po’ ingannevole come avviene per i gusci di cozze e vongole.
Nel senso tale che il primo pensiero che fa la nostra mente è di associare la buccia del Galbanino ad un alimento. Di conseguenza di poterla conferire nella raccolta dell’umido/organico assieme agli altri scarti alimentari.

In realtà è parte integrante dell’imballaggio del formaggio che acquistiamo. Per essere più precisi è una protezione superficiale in cera microcristallina non commestibile. In sostanza non è parte dell’alimento come può essere la crosta di un formaggio o la buccia di una banana.

Per questo motivo alla domanda dove si butta la buccia del Galbanino – come anche in generale per la cera dei formaggi o del Babybel – io rispondo che va conferita nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Ma sappiamo che qualsiasi oggetto/prodotto che gettiamo nella raccolta dell’indifferenziato diventerà un rifiuto. Quindi se riusciamo a riusarlo in qualcosa di nuovo ed utile, a noi amanti dell’ambiente, schifo non fa!

Non tutti sanno che la cera del Galbanino o dei formaggi in generale si possono fondere e riutilizzare per creare delle piccole candele fai da te profumate con essenze naturali.

Del resto è una cera come quelle delle candele… Perché non riutilizzarla?

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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Quanta plastica viene effettivamente riciclata

Ma quanta plastica produciamo? Un infinita! Se ci facciamo caso, quanti oggetti che usiamo quotidianamente sono in plastica? Tanti! E di questa plastica quanta ne riusciamo effettivamente a riciclare?

Non faccio riferimento a numeri e a dati statistici ma volevo fare un piccolo ragionamento attraverso l’osservazione della nostra quotidianità. Come comuni cittadini e consumatori.

Come ho già detto in un altro video/post non tutta la plastica che noi usiamo quotidianamente è effettivamente conferibile nella raccolta della plastica. Attenzioni “conferibile”, cioè vuol dire che prendo il rifiuto/manufatto e lo metto all’interno del sacchetto della raccolta differenziata della plastica – Teniamocelo a mente –

Perché abbiamo visto che solo gli imballaggi sono conferibili nella raccolta differenziata, tutta l’altra plastica no. Un esempio sono i guanti che non svolgono la funzione di imballaggio e quindi, anche se sono in plastica, non sono conferibili nella raccolta della plastica. Fateci mente locale e vedrete che molti prodotti/oggetti che noi utilizziamo quotidianamente non vengono riciclati.

Ma non è tutto, perché non tutta la plastica imballaggio che viene conferita all’interno del sacchetto viene effettivamente “riciclata”.

Conferire e riciclare sono due cose differenti. Conferire: che metto il rifiuto all’interno del sacchetto. Riciclare: che il rifiuto viene effettivamente trasformato in una nuova materia prima seconda.

Spesso sentiamo parliamo di plastica, in realtà dovremmo parlare di plastiche – polimeri differenti – che hanno delle caratteristiche e delle soluzioni di riciclo differenti l’uno dall’altro. E già si creano delle difficoltà (non tutte le plastiche si riciclano). In più alcune plastiche sono dei poliaccoppiati, cioè più materiali/plastiche uniti che non si possono separare e quindi riciclare.

Di tutto questo percorso che fa la plastica ci rendiamo conto che non ne viene riciclata poi così tanta. E, per aggiungere altre considerazioni, mancano anche le impiantistiche: l’impianto che ricicla realmente il prodotto in una materia prima seconda.

Tutto ciò non ci dovrebbe neanche sorprendere più di tanto. Lo vediamo attraverso i media, i social, i telegiornali che la plastica è abbandonata ovunque. Nei nostri mari, nei nostri fiumi. Difficile poi da riciclare e da gestire, perché non c’è solo una questione di riciclo ma anche di gestione. E questo è un grande problema a livello di inquinamento ma anche per gli animali.

E’ un problema perché la plastica non si decompone ma si degrada in piccole particelle chiamate micro-plastiche. Ce le troviamo ovunque… L’ultima notizia, non solo nell’acqua, nel cibo che mangiamo ma anche nella frutta. Addirittura hanno trovato le micro-plastiche sulla neve. Ci rendiamo conto che questa è una grande problematica.

E la soluzione qual è? Quella che mi viene più spontanea, più semplice da attuare è di utilizzarla il meno possibile. Utilizzare la plastica solo quando è necessario. Diminuendo la produzione e la quantità di plastica, per meglio dire di plastiche, quelle poche che dobbiamo produrre ed usare – perché ci servono e sono necessarie – le riusciamo a gestire e a riciclare. Riusciamo a creare con una vera e propria economia circolare.

Ma se noi continuiamo a produrne tanta, a consumarne tanta non riusciremo mai a gestire questo rifiuto tanto comodo ma tanto pericoloso. Dobbiamo diminuire la produzione dei rifiuti cercando di trovare delle soluzioni alternative a questa plastica che ci sta invadendo la nostra vita e il nostro futuro.

La nuova tendenza del commercio online: packaging e sostenibilità

Il commercio online non è più una novità. Anzi, è all’ordine del giorno.
Sicuramente funzionale e pratico da alcuni punti di vista
ma da quello della riduzione degli sprechi e della sostenibilità, la strada da percorrere è ancora lunga.

packaging e sostenibilità

Dal lontano 1994/1995, anno in cui è stato introdotto l’e-commerce come lo conosciamo oggi, lo shopping online sta sempre più diventando parte integrante della nostra quotidianità. Complice anche il recente lockdown del Covid 19, in molti hanno scoperto la comodità di farsi recapitare la spesa direttamente a casa.

Spesso però ci troviamo di fronte a scatoloni inadeguati, ingombranti imbottiture in plastica ed in polistirolo o in carta. E’ il fenomeno dell’overpackaging, ovvero l’eccesso di imballaggio rispetto all’oggetto da spedire. Questo fenomeno è dovuto al tentativo di evitare il rischio di incorrere in incidenti poco piacevoli durante il trasporto dal magazzino alla porta di casa dell’acquirente. Per un’azienda dover rimborsare o sostituire un prodotto danneggiato è sicuramente una perdita sotto più punti di vista.

Ma nel 2020 c’è da tenere presente anche un altro fattore altrettanto concreto tanto quanto quello di un prodotto danneggiato. Al giorno d’oggi il consumatore finale è sempre più attento e sensibile alle tematiche ambientali e alla lotta agli sprechi.

Una nuova esigenza che sta prendendo sempre più spazio nel mondo della grande distribuzione e non solo. Molte aziende cercano di ridurre il loro impatto ambientale anche attraverso la scelta dei propri packaging. Dalla grammatura della plastica agli imballaggi biodegradabili e/o compostabili. Stessa cosa sta avvenendo, seppur in ritardo, nel comparto del commercio online.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma e Spinlife (Università di Padova) presentata alla Marca 2020, il 23% degli italiani al momento dell’acquisto valuta il tipo di materiale utilizzato per l’imballaggio. Invece il 35% dei consumatori valuta insufficiente l’impegno delle aziende nella riduzione dell’impatto ambientale nelle confezioni dei prodotti. Mentre il 62% crede che le azioni messe in campo finora siano appena sufficienti.

Il rapporto tra packaging impiegato e prodotto acquistato online assume maggiore rilevanza anche in termini di brand reputation: sempre più il compito del designer sarà quello di supportare le aziende nell’ottimizzare gli imballaggi in termini di efficienza, sicurezza e sostenibilità.

Per terminare, in funzione esplicativa, citiamo alcuni esempi di un corretto conferimento di un imballaggio online. Se ne abbiamo la possibilità separiamo sempre il nastro adesivo o altri tipi di adesivi presenti nella scatola in cartone, poiché non sono riciclabili. Essi vanno conferiti nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO. Non è obbligatorio ma aiuta ad ottenere una raccolta differenziata di qualità.

Riduciamo il volume degli scatoloni, appiattendoli e/o dividendoli in parti più piccole e conferendo il tutto  nella raccolta della CARTA e CARTONE.

Il pluriball, il cuscinetto d’aria, il polistirolo e le chips (sempre in polistirolo) vanno conferiti nella raccolta della PLASTICA, essendo parte integrante dell’imballaggio. Le chips in amido di mais vanno, invece, nella raccolta dell’ORGANICO, solo se scritto esplicitamente che sono compostabili.

La busta imbottita – carta e plastica – buttiamola nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Teniamo presente che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

Fonte: Dati ISPRA, Comieco

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