Tag: Eco cucina

Fatberg: Iceberg di grasso e spazzatura

Illustrazione foto: Nathan T. Wright

Fatberg, tradotto in italiano Iceberg di grasso, è una massa solida come una palla formata da grasso,
salviettine umidificate, pannolini e molta altra spazzatura gettata negli scarichi.
Famoso, per ora, il caso di Londra.

Quando si parla del suo peso, non viene espresso in chilogrammi, ma in tonnellate.
Pensate quanto possa essere immensa.
Infatti un team di esperti hanno dovuto studiare un metodo per rimuoverla.

La scoperta della Fatberg è avvenuta alla fine di agosto e noi ora siamo quasi a metà settembre.

Pensando al grasso, che dicono sia prodotto dall’olio delle fritture gettato nei lavandini, ai pannolini
e alle salviette, ci immaginiamo che sia una massa molle e mal odorante.
Invece è dura come cemento ed oltre ad essere un enorme rifiuto da smaltire è anche pericoloso,
in quanto va ad ostruire la rete fognaria della città di Londra.

Per rendervene conto guardate il video pubblicato da FOCUS sulla sua pagina Facebook.

 

Questo ci deve far riflette sull’importanza che assume al tempo d’oggi la Raccolta Differenziata.
Non è una delle tante idee burocratiche che ci voglio immettere nella nostra quotidianità
per farci uscire più matti di prima con sacchi, bidoncini e bustine.
Ma è una necessità per poter permettere all‘ambiente, in cui viviamo attualmente, di poter
ospitare in futuro le nostre generazioni di figli e nipoti.

Io dico spesso che NULLA SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE.
TUTTO TORNA.
Niente che viene gettato in realtà sparisce magicamente nel nulla.
Ahimè rimane.

L’esempio di Londra ci deve far capire perché è importante non gettare l’olio nello scarico.
Sembra un gesto innocuo ma in realtà, come avete visto, non lo è.
E per evitare tutto ciò basta metterlo in un contenitore e portalo nel CENTRO DI RACCOLTA.
Stessa cosa per le salviettine umidificate.
Basta gettarle nel SECCO/INDIFFERENZIATO!

Melciar per Pianeta delle Idee

Olio di palma: fa davvero così male?

Ancora ad oggi, metà 2017, l’olio di palma è un tema sensibile a tutti noi per le sue
caratteristiche che vanno ad incidere a carico della nostra salute e del nostro ambiente.
L’olio di palma è un alimento di origine vegetale che negli ultimi
anni è stato molto utilizzato nell’industria alimentare.
Io per prima quando andavo a fare la spesa e leggevo l’etichetta spesso
trovavo la dicitura “oli vegetali”, “grassi vegetali”, “olio di palma” o “olio di palmisto”.
Una vera e propria invasione alimentare.
Possiamo dire un alimento che ci faceva compagnia quotidianamente.

Per questo è importante conoscere e sapere cosa c’è dietro ad un acquisto con olio di palma.
Per una propria e libera scelta consapevole.

Farò un piccolo riassunto sulle sue caratteriste e
vi rimanderò a leggere degli articoli e a guardare un video informativo.
Perché poi sta ad ognuno di noi approfondire e capire quale
sia il giusto consumo di questo alimento presente sulla tavola.

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– E’ un olio vegetale ricco di grassi saturi, cioè dannosi alla nostra salute se si fa un
consumo eccessivo. Come è  per i grassi di origine animale, tipo burro e strutto.
– Esistono più tipi di olio di palma: grezzo rosso, raffinato e palmisto.
Olio di palma grezzo rosso ricco di vitamine e proprietà nutrienti.
Olio di palma raffinato ricco di grassi saturi molto utilizzato nell’industria alimentare.
Olio di palmisto ricchissimo di grassi saturi dannosi alla salute molto utilizzato nell’industria dolciaria.
– La coltivazione di palma da olio comporta la deforestazione delle foreste tropicali.
Gli incendi per far spazio alla coltivazione producono un innalzamento dei gas serra.
La produttività delle palme da olio però è migliore rispetto a quella di arachidi o di girasoli.

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Detto questo in fine vi invito a vedere il video del canale you tube Te lo spiego.
Ricordandoci sempre  di cercare di fare, per quanto ci è possibile, una scelta consapevole per
migliorare la nostra qualità di vita e ridurre l’impatto ambientale ed animale.

E se avete delle informazioni in più o volete esprimere la vostra opinione, Pianeta delle Idee ne è lieto.
E’ uno spazio nel web per condividere ciò che ci può essere utile a noi e all’ambiente.

Melciar per Pianeta delle Idee

Cuki: la carta da forno compostabile

Quante volte ci capita di andare a fare la spesa e di acquistare un prodotto velocemente?
Di non prestare la giusta attenzione? Tanto… le carte da forno sono tutte uguali!
Ma ne siamo così sicuri?
E’ importante sapere e conoscere cosa c’è dietro ad un acquisto.
Per una scelta consapevole.

Andiamo a vedere cosa c’è dietro a una delle carte da forno più famose in commercio.
Cosa c’è dietro la CARTA DA FORNO della CUKI?

💚 💚 💚

Finalmente possiamo godere, grazie ad un processo produttivo innovativo, di una delle pochissime
carte da forno in commercio in Italia biodegradabile e compostabile e quindi riciclabile.

Una piccola rivoluzione in cucina amica dell’ambiente che ci permette di utilizzare
quotidianamente e con più leggerezza un prodotto pratico, utile ma soprattutto riciclabile.

In poche parole, se utilizzate la carta da forno della CUKI, invece di buttarla nell’indifferenziato,
la potete buttare nella raccolta differenziata dell’umido/organico.

Una splendida rivoluzione nel mondo della raccolta differenziata.

Se è sporca o sono presenti residui di cibo va gettata nell’umido.
Invece se pulita andrà gettata nella carta.

Tutto questo grazie ad un Brand, come la CUKI, attento all’ambiente e alle persone.

Prima di fare un ACQUISTO informiamoci su cosa c’è dietro al prodotto.
Leggendo sempre l’etichetta ^_^

 I love eco-sostenibilità 

Limoni non trattati. Come riconoscerli

LIMONI NON TRATTATI.
COME RICONOSCERLI

Quando andate a fare la spesa e comprate il famoso e gustoso frutto del LIMONE,
sapete quale state acquistando? Se è trattato o  se la sua buccia è commestibile?

Andiamo a fare chiarezza sul mondo dei limoni per una scelta più consapevole.

Prima di tutto leggiamo l‘etichetta
come ci dice Antonello Paparella ospite a Geo.

Potremmo trovare, ad esempio, la scritta Limoni di Sorrento o di Siracusa.
In questo caso troveremo l’indicazione che sono prodotti IGP e quindi tutti italiani.
Poi potremmo trovare la scritta Femminello o Monachello o altre
che stanno ad indicare la VARIETA‘ del limone.
Invece obbligatoriamente troveremo l’indicazione del livello di qualità se extra, prima o seconda.
La nazione e l’eventuale trattamento della buccia con l’impiego di agenti conservanti o additivi.

Teniamo conto che il Trattamento della buccia del limone è successivo alla raccolta.
Quindi come prima cosa, per capire se il limone non è trattato, è vedere se ha la foglia.
Perché per fare il trattamento bisogna togliere la foglia ed il picciolo
,
in modo che il limone possa scivolare lungo un nastro trasportatore verso la vasca dove sarà lavorato.

Apro una piccola parentesi.

Quindi vi consiglio di fare sempre attenzione alla presenza della foglia quando si acquista un limone
senza etichetta, in quanto, la legge 
non prevede una specifica etichettatura sul prodotto venduto sfuso.

Per lucidare la buccia si utilizzano delle cere che ne chiudono i pori.
In questo modo il limone riduce il suo metabolismo e ritarda la maturazione.

Le cere utilizzate sono di origine animale come la cera d’api ma anche la gomma lacca.
Quella che si usa per lucidare i mobili! E considerate che la cera non è obbligatorio dichiararla.

Facciamo poi attenzione ad un concetto importante.
Quando leggiamo che un limone non è trattato non significa che sia biologico.

Significa solo che il limone non ha conservanti o additivi, non ha cere post raccolta.

QUALI SONO I VARI TIPI
DI LIMONI IN COMMERCIO

Quindi ci possiamo trovare ad acquistare:

Limoni biologici con la foglia.

Limoni biologici senza foglia dichiarati in etichetta con apposito marchio.

Limoni non trattati ma non biologici.
Dove non c’è cera, conservanti ed additivi. Dove la buccia si può usare lavandola bene.

Limoni  trattati con buccia non edibile cioè non commestibile.


LE FETTE CHE 
SERVONO NEI 
LOCALI 
SARANNO 
TRATTATE?

Una piccola curiosità.

Una volta aperto il limone va conservato con la superficie di taglio sopra un piattino di ceramica
oppure avvolto nella pellicola trasparente ma mai di alluminio.

La domanda poi viene spontanea.
Le fette di limone o anche di arancio che servono nelle bibite, nel tè o nei liquori saranno trattate?

(Fonte speaking Antonello Paparella, Ordinario di Microbiologia alimentare)

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