Categoria: Sostenibilità Page 2 of 3

Cura per un Mondo migliore: Agisci, Ricicla

Quando il mondo del web, non solo diventa un supporto ed alleato della tua vita ma,
ne diventa realmente parte integrante. Quando, come per magia,
da un freddo monitor prodotto in serie nasce un  progetto utile ed interessante.

Tutto ha avuto inizio con un semplice contatto Instagram di Vincenzo. Un contatto che però
non è stato uguale a tutti gli altri perché, grazie ad esso, è nata un nuova idea.
Per meglio dire… Il mio primo libro come coautrice e per Vincenzo il suo secondo libro.

Con molta emozione ed orgoglio della collaborazione con Vincenzo Masullo oggi
vi presento il nostro nuovo libro: Cura per un Mondo migliore: Agisci, Ricicla
attualmente acquistabile online tramite Amazon.

Siamo lontani perché separati da tanti chilometri ma, al tempo stesso, molto vicini
perché uniti negli ideali, in ciò che crediamo e in quello che vogliamo comunicare ed ottenere.
Per questo un giorno abbiamo deciso di unire le nostre forze e scrivere
insieme il libro che spero con tutto il cuore andrete a leggere.

Ci siamo posti l’obiettivo ambizioso di scrivere un libro innovativo rispetto agli altri.
Un libro che suggerisce azioni concrete per migliorare la sostenibilità della nostra abitazione
e per trasformare i rifiuti in risorse attraverso la raccolta differenziata.
Ma anche un libro che sia, esso stesso, un aiuto reale per il pianeta.

Come? Trasformandolo in un albero. O per meglio dire, in più alberi.

Infatti, devolveremo una parte del ricavato per piantare nuovi alberi che trasformeranno
tonnellate di CO2 (una delle cause maggiori del cambiamento climatico) in aria pulita.

E quindi siamo qui a raccontarvi ciò che abbiamo appreso in questi anni,
con la speranza che vi possa essere di reale aiuto. Con l’auspicio che il nostro libro
diventi utile per sensibilizzare chi vi sta intorno ad avere cura del nostro mondo.

A noi piace vederlo così il nostro libro:
una sorta di “Cura per un Mondo migliore. Agisci e ricicla”!

Melania

Grazie a FaterSMART nasce la seconda vita dei prodotti assorbenti

I “rifiuti” da prodotti assorbenti per la persona come pannolini, assorbenti e pannoloni
costituiscono circa il 4% del totale dei rifiuti urbani che produciamo in Italia ogni anno.

Per renderci conto meglio circa 1 milione di tonnellate.

Oggi grazie a una nuova tecnologia italiana è possibile riciclare questo tipo di “rifiuto”,
destinato fino a ora alla discarica o all’inceneritore, e trasformarlo in una nuova “risorsa“.

Un sogno che diventa realtà grazie a #FaterSMART che ha sviluppato ed industrializzato la
prima tecnologia al mondo in grado di riciclare il 100% dei prodotti assorbenti per la persona usati.

Pensate, da ogni tonnellata di questi rifiuti si ottengono 150 kg di cellulosa,
75 kg di plastica e 75 kg di polimero superassorbente.

Se esteso a tutto il territorio nazionale, questo sistema industriale consentirebbe di ridurre le emissioni
climalteranti
prodotte ogni anno da 100 mila automobili. Il riciclo di questi rifiuti potrebbe
consentire di risparmiare ogni anno il consumo di 10 ettari di suolo, lo spazio occupato
da 14 campi da calcio o da 2 Colossei. Incredibile ma vero!

A tal proposito vi segnalo la partecipazione di FATERSMART a Ecomondo,
fiera leader della green e circular economy nell’area euro-mediterranea.
Durante la manifestazione vi saranno numerosi incontri, dibattiti e momenti di scambio
in cui FaterSMART illustrerà la prima tecnologia al mondo per il recupero di materie
prime seconde dai prodotti assorbenti per la persona usati.

In quasi 900 Comuni d’Italia, per evitare ai cittadini il disagio di tenere in casa per giorni interi
pannolini e pannoloni, hanno già attivato il servizio di raccolta specifica di questi rifiuti.

Che però, ahimè, al momento finiscono comunque in discarica o inceneritore. Ed è un vero peccato!
In Italia (e nel mondo) esiste ad oggi solo un impianto e si trova presso Contarina, provincia di Treviso.
Per questo, ora che è effettivamente possibile, è necessario che #chiudiamoilcerchio nell’ottica
di una economia circolare attivando, oltre alla raccolta differenziata specifica in ogni comune,
anche nuovi impianti di riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati.

Lo scorso luglio il Decreto End of Waste dei prodotti assorbenti è stato pubblicato in gazzetta ufficiale,
consentendo finalmente a questa innovativa tecnologia di valorizzare questa tipologia di rifiuti.

Lo step successivo è l’impegno da parte delle autorità locali, degli operatori della raccolta e
anche di noi cittadini di sfruttare questa fantastica opportunità installando gli impianti nei territori.

Facciamo in modo che quando pensiamo ai prodotti assorbenti per la persona usati
non li associamo più alla parola “rifiuto” ma a quella di “risorsa”.

 

Plastic free: plastica o plastiche?

Lo sapevi che parlare di PLASTICA al SINGOLARE vuol dire tutto e niente?

Non ci pensiamo. E’ di uso comune parlare di plastica ma non è corretto, anzi, è addirittura sbagliato.
Pensiamo che esiste un solo tipo di plastica. Che tutta la plastica che vediamo è uguale l’una all’altra. Ma non è così!

In realtà esistono moltissime famiglie chimiche di polimeri che addirittura, a loro volta, danno origine ad un numero ancora maggiore di altre plastiche.
In pratica oggigiorno contare il numero ed il tipo di polimeri che vengono utilizzati per creare materiali plastici, e quindi anche gli imballaggi, è praticamente impossibile!

Per questo quando si parla di raccolta differenziata della plastica e del suo riciclo dobbiamo sempre renderci conto che la questione non è così semplice come può apparire.
Per riuscire a riciclare tutte le plastiche che sono presenti ci vorrà del tempo e ci vorranno delle soluzioni che ancora, molto probabilmente, si devono studiare.

Questo motivo, nella filosofia del #plasticfree, è molto importante ridurre la produzione e  l’uso della plastica non necessaria. E nel caso in cui non se ne può far a meno differenziarla nel modo più corretto possibile.

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Che cos’è l’Impronta Ecologica?

Oggi parliamo dell’IMPRONTA ECOLOGICA.
Spesso sentiamo parlare di Impronta Ecologica però per noi non addetti ai “lavori”
non è sempre così semplice capire qual è il suo significato.

Anche io all’inizio mi sono chiesta: ma che cos’è questa IMPRONTA ECOLOGICA?

Anche se virtualmente, oggi per questo articolo, ho l’onore di avere qui con noi Vincenzo Masullo.
Un esperto in materia, autore di Gli idraulici salveranno il mondo: grazie alle energie rinnovabili,
che ci spiegherà in modo semplice e alla portata di tutti cosa significa impronta ecologica.
Ne approfitto per ringraziarlo pubblicamente.

È importante ricordarci e spiegare agli altri che cos’è. E’ un indicatore che valuta
il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerare. 

Non tutti sono consapevoli che le risorse a nostra disposizione non sono illimitate,
che non si rigenerano con la stessa velocità con la quale ce ne disfiamo.
Ed il primo passo da fare dovrebbe essere proprio la sensibilizzazione.

E per migliorare la nostra impronta ecologica di singolo individuo
ricordiamoci la regola delle TRE R: RIDUCI, RIUSA, RICICLA.
Non acquistare ciò di cui non si ha davvero bisogno,
utilizzare e riutilizzare i prodotti/oggetti il più possibile e, soprattutto,
riciclare seguendo i metodi di smaltimento più corretti.

“In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso
(e questa è “tutt’altro che” un’immagine simbolica). Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo,
gli animali… e se stesso, al punto che è legittimo domandarsi se,
fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra”.

(Erich Fromm)

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Come capire se una carta è termica

Spesso mi viene chiesto se lo scontrino di una giocata al Lotto o anche uno scontrino qualsiasi,
che chiunque di noi può avere tra le mani, sia di carta termica o meno.
Per il classico scontrino del supermercato è risaputo che, almeno per ora, nella maggior
parte dei casi sia di carta termica. Ma per tutti gli altri il dubbio rimane sempre.

Allora quest’oggi vediamo, in modo semplice, come poter riconoscere se un pezzo di carta
sia di carta termica o meno e di conseguenza capire dove va gettata.

Piccola premessa d’obbligo.
Visto che, per capire se una carta è termica, si utilizza una fonte di calore,

la mia raccomandazione è di fare sempre ATTENZIONE perché può essere pericoloso
e nel caso di minorenni di fare questa operazione sempre in compagnia di un adulto.

Detto ciò, per riconoscere una carta termica basta scaldarla
(avvicinare una fonte di calore come un accendino, ma senza bruciarla… Mi raccomando!!!)
e se annerisce vuol dire che è carta termica. Fonte COMIECO

Ricordiamoci che la carta termica non può essere riciclata con la carta e, purtroppo,
va gettata sulla raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene
comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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Cos’è l’Economia Circolare

Certificazione FSC e PEFC: cosa significano?

Sarà capitato anche a voi di vedere spesso sugli imballaggi di carta, o direttamente sulla carta stessa
o su di un cartoncino, due loghi con degli alberelli stilizzati e le sigle FSC o PEFC.
Loghi che, ahimè, a volte vengono interpretati non proprio nel modo giusto.

Mi è capitato di sentire che in molti tendono ad interpretare i due loghi come un simbolo nell’ambito
della raccolta differenziata… Che sta ad indicare che quel tipo di carta è riciclabile.

Ma non è così, NON INDICANO CHE LA CARTA E’ RICICLABILE.
E quindi è bene fare un po’ di chiarezza in merito 😉

In pratica sono i due principali sistemi di certificazione, diffusi e conosciti a livello mondiale,
di una gestione sostenibile del patrimonio boschivo del pianeta.

Il logo con l’alberello e la sigla FSC è una certificazione internazionale con la quale
si garantisce che il prodotto è proveniente da una foresta e da una filiera
di approvvigionamento gestita in modo responsabile.

Per ottenere la certificazione FSC, è necessario rispettare dieci regole che si applicano
 in tutto il mondo, attraverso tutti gli ecosistemi e i sistemi culturali, politici e legali.

Potrete trovare più tipi di certificazione FSC.
FSC PUROFSC MISTOFSC RICICLATO 

FSC PURO: carte e cartoncini realizzati provengono soltanto da foreste certificate FSC.
FSC MISTO
: carte e cartoncini sono composti da materiali proveniente da foreste
certificate, da riciclo e da un input derivante da fonti controllate.
FSC RICICLATO: carte e cartoncini sono completamente realizzati da materiale riciclato.

Invece il logo con due alberelli e la sigla PEFC è una Certificazione Forestale, che si fonda
su una procedura di verifica, riconosciuta e collaudata, che conduca all’emissione
di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva 
rispondono a determinati requisiti di “sostenibilità”.

Che differenza c’è tra una certificazione e l’altra?

FSC è rivolto a chi opera nell’ambito della gestione delle foreste ed ha lo scopo di assicurare
 che le stesse siano gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali sociali ed economici.
PEFC è basato sul principio della rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate
ed è rivolto alle aziende che trasformano i prodotti derivati dal legno.

Se avete delle informazioni in più o volete esprimere la vostra opinione, Pianeta delle Idee ne è lieto.
E’ uno spazio nel web per condividere ciò che ci può essere utile a noi e all’ambiente.

Melciar per Pianeta delle Idee

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Riciclo creativo della carta

Capita anche a voi di svegliarvi con gli occhi gonfi di sonno che a malapena riuscite a guardare cosa c’è attorno?
Con la luce che penetra dai buchi della tapparella semi aperta dove al di là è già iniziato il giorno.
Ed il tuo pensiero, mentre senti lo scorrere dell’acqua calda, non può fare a meno di pensare all’inizio della nuova giornata.

Impegni vari, il lavoro per chi lo ha, la famiglia ma anche emozioni, suoni, colori, creatività ed il recupero di materiali e tempi passati.
E quei pezzi di carta sopra la scrivania che, nella tua mente creativa, rapiscono un sentimento che si concede all’idea della creazione.
Pieghe e movimenti che si rincorrono, che si intrecciano, per dare frammenti di magia creativa.
Una bellezza fatta di manualità e di unicità all’insegna dell’imperfezione. E non del tutto uguale, perfetto ed omologato.

L’imperfezione, se ci pensiamo bene, è ciò che ancora non è compiuto ma che deve, ancora, lasciare traccia di sé e del suo passaggio nel mondo.
Anche attraverso il recupero ed il riciclo della carta dando vita a rose di pizzo, bracciali, bouquet di rose, cuori e farfalle di carta.

Non ti resta che seguirmi in questo piccolo viaggio creativo e scegliere l’imperfezione che fa per te!

^_^

Biodegradabile e Compostabile

Spesso quando si parla di biodegradabile e di compostabile si pensa che siano la stessa cosa
ma facciamo attenzione perché non è così, non sono la stessa cosa.
Leggerezza e versatilità sono le caratteristiche che li accomunano ma, hanno anche delle differenze
sostanziali, che nel mondo della raccolta differenziata hanno un loro peso.

Allora andiamo a vedere la differenza e di conseguenza dove vanno gettati anche i relativi sacchetti.

BIODEGRADABILE

Biodegradabile significa che il materiale in questione ha la capacità di decomporsi,
grazie alla luce solare e ad altri agenti fisici naturali, in composti più 

semplici non inquinanti
per il suo 90% nel tempo massimo di 6 mesi.

COMPOSTABILE

Compostabile, invece, significa che il materiale in questione non solo è biodegradabile,
e quindi si decompone in composti più semplici non inquinanti, ma è
anche disintegrabile (cioè si distrugge totalmente) in meno di 3 mesi.
Trasformabile in compost, ossia, in un concime naturale.

SACCHETTO BIODEGRADABILE

sacchetti biodegradabili vanno gettati nella raccolta della PLASTICA.
E non, come in molti pensano chiamandoli bio, sulla raccolta dell’umido/organico.

SACCHETTO BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE

sacchetti biodegradabili e compostabili vanno gettati nella raccolta dell’UMIDO/ORGANICO.
E’ il sacchetto che oggigiorno dovremmo trovare quando andiamo a fare la spesa.

Per riconoscerlo e vedere che sia conforme alla legge deve esserci
la scritta sia BIODEGRADABILE che COMPOSTABILE e
avere ALMENO UNO dei LOGHI o MARCHI presenti nella grafica sottostante.

Il marchio Compostabile CIC attesta ESCLUSIVAMENTE la compostabilità
INDUSTRIALE del manufatto
secondo la Certificazione rilasciata da Certiquality.

Apro una piccola parentesi
Potremmo ancora ritrovarci tra le mani non solo il sacchetto biodegradabile o compostabile,
ma anche il classico sacchetto di plastica, quello di una volta per intenderci,
in questo caso ricordiamoci che va gettato nella raccolta della PLASTICA
e non del secco residuo/indifferenziato come alcuni pensano sia giusto.

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I 5 errori più comuni nella raccolta differenziata

Spesso quando ci troviamo ad avere a che fare con la raccolta differenziata abbiamo molti dubbi
e perplessità, che a volte, ci fanno commettere degli errori sullo smaltimento dei rifiuti.

Può capitare di avere a che fare con dei rifiuti che ci possono “ingannare” e portarci
su un percorso non proprio idoneo per quel che riguarda il mondo della raccolta differenziata.

Allora, con questo articolo, andiamo a vedere 5 degli “errori” più comuni
a cui molti 
di noi possono andare, senza volerlo, inesorabilmente incontro.

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Lavarsi le mani: regole salvita

Lavarsi le mani è una buona norma che tutti noi dovremmo seguire nella nostra quotidianità.
Quando si frequentano luoghi all’esterno della nostra abitazione e luoghi pubblici.
Ma soprattutto è molto importante lavarsi le mani nelle strutture ospedaliere.

Sembra banale ma non lo è.

Secondo il Centro Europeo per il controllo delle Malattie 2014
in un anno ci sono state 29.000 morti per infezioni batteriche ospedaliere.
Contro i 26.000 morti per incidente stradale.

Le infezioni sono causate dai batteri che anche loro, nella lotta alla sopravvivenza, vengono 
man mano selezionati da un abuso degli antibiotici perché quest’ultimi eliminano i batteri sensibili
ma non sono attivi sui batteri che hanno creato dei meccanismi di resistenza
alla sopravvivenza dell’antibiotico. E tutto questo è un fenomeno naturale.

Per prevenire una resistenza agli antibiotici è bene non prendere infezioni.
E per non prendere infezioni è bene assumere delle semplici regole quotidiane.

Usare meno antibiotici e solo quando servono.
Una corretta igiene delle mani per evitare la trasmissione dei batteri.

Ma non tutti sappiano come lavarci  effettivamente le mani.
Non basta sfregarsi con il sapone ma occorre fare delle mosse specifiche.

Un piccolo video della  LA STAMPA TV ci spiega quali sono le mosse da fare per una corretta igiene.

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Un’alternativa, soprattutto se si è fuori casa, è l’utilizzo del Gel Alcolico con Igienizzante.
In pochi secondi si igienizzo le mani e preveniamo infezioni.
Una buona abitudine è portarlo sempre con se all’interno della borsa, dello zainetto, del marsupio
ed anche all’interno della propria auto. Può sempre tornare utile!

E se avete delle informazioni in più o volete esprimere la vostra opinione, Pianeta delle Idee ne è lieto.
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(Fonte speaking “Geo” Annibale Raglio, Microbiologo Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo)

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