Autore: Pianeta delle Idee Ambiente Page 2 of 33

Il sito nasce ispirandosi ad una mia semplice esigenza: la condivisione.
Un aspetto importante che oggigiorno non viene più considerato.
Condividendo non arricchiamo gli altri a nostro discapito ma, arricchiamo noi stessi ricevendo poi la condivisione altrui.
E questa è una forza assoluta. La condivisione è la forza di tutti noi.

Per questo ho creato “Pianeta delle Idee Ambiente” in modo tale da fornire un luogo di condivisione dove potersi districare nel complesso mondo della Raccolta Differenziata e dare uno stimolo creativo a chiunque ne abbia voglia.
E non per ultimo, avvicinare tutti noi ad un mondo più green e all'insegna del riciclo.

5 consigli per differenziare le BOTTIGLIE DI PLASTICA

Oggi vi racconto, anzi, vi suggerisco 5 CONSIGLI per differenziare al meglio le BOTTIGLIE DI PLASTICA che, sappiamo un po’ tutti, sono una delle principali fonti di inquinamento di mari ed oceani. Ma non solo… Addirittura siamo riusciti ad invadere, con la nostra mala educazione, anche boschi e vette di montagne.

Quindi partiamo subito con il primo consiglio, che sembra banale, ma purtroppo non lo è!

1.
NON ABBANDONARLE MAI IN NATURA sono pericolose per gli animali, per l’equilibrio dell’intero ecosistema e, purtroppo, non si disintegrano ma si trasformano in microplastiche.

2.
CONFERISCILE SEMPRE NELLA RACCOLTA DELLA PLASTICA le bottiglie in plastica sono altamente riciclabili e trasformabili in materia prima seconda.

3.
NON SCHIACCIARLE MA APPIATISCILE COME UNA SOTTILETTA
in questo modo gli impianti di selezione hanno più facilità nel riconoscerle e avviarle a riciclo. Clicca qui per vedere l’esempio pratico.

4.
TOGLI L’ETICHETTA QUANDO È IN CARTA
questo aiuta ad ottenere una raccolta differenziata di qualità.

5.
QUANDO PUOI UTILIZZA UN SUPPORTO ALTERNATIVO ALLA BOTTIGLIA DI PLASTICA
ridurre i rifiuti in plastica è fondamentale per cercare di risolvere la problematica dei rifiuti plastici.

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

Se avete altre notizie o dettagli non esitate a commentare o a contattarmi tramite mail.

Il vostro aiuto è utile a tutti noi per riciclare al meglio!

PLASTICA E BIOPLASTICA: Pillole sulla sostenibilità

Protagonista della terza puntata di PILLOLE SULLA SOSTENIBILITÀ è un materiale più che famoso e molto discusso in ambito ambientale… Infatti parliamo della PLASTICA.

per vedere tutte le puntate clicca qui

Un materiale che fa parte della nostra quotidianità, volente o nolente! Per questo è importante conoscerlo e capire che cos’è.

Oggi ci viene in aiuto un super esperto del settore: STEFANO BERTACCHI.

Cos’è la plastica e la bioplastica? Quali sono i lati positivi e negativi di questo materiale? Cos’è per Stefano Bertacchi la sostenibilità?

Stefano Bertacchi è un Biotecnologo Industriale, dal 2021 Dottore di Ricerca in Tecnologie Convergenti per i Sistemi Biomolecolari presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca. Si occupa dello sviluppo di bioprocessi basati su sottoprodotti industriali, mediante l’uso di microrganismi geneticamente modificati o meno. Divulgatore scientifico, via social media ed eventi scientifici.

Autore di “Piccoli geni – Alla scoperta dei microrganismi” (Hoepli, 2020) e “Geneticamente modificati – Viaggio nel mondo delle biotecnologie” (Hoepli, 2017), con cui ha vinto il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Under 35 nel 2017.

Un mio piccolo contributo per fare insieme un piccolo passo avanti verso una maggiore consapevolezza sul mondo della sostenibilità ambientale.

Melania Ciaramicoli

IL NOSTRO MARE NON È UNA DISCARICA

Delle milioni di tonnellate di rifiuti che entrano in mare ogni anno, pensate, meno dell’1% è visibile ai nostri occhi. Questo perché viene spiaggiato o galleggia sulla superficie, mentre, quello non visibile, il restante 99% si trova nel fondale marino.

Il MEDITERRANEO, il nostro mare, rischia di diventare uno dei mari più inquinati al mondo.
Di recente uno studio* ha dimostrato che ad elevate profondità spesso la biomassa pescata con lo strascico (pesci, crostacei, molluschi) è uguale o inferiore a quella dei rifiuti.

Uguale o inferiore a quella dei rifiuti… Vi sembra una cosa normale?! Come dire che a certe profondità ci sono più rifiuti che pesci.

Sono stati ritrovati diversi oggetti, come già sappiamo un po’ tutti sono pneumatici, plastiche, metalli, vetro, ceramica, attrezzature da pesca, tessuti e carta. Questi i materiali più abbondanti.
Per non parlare delle mascherine. E’ stato constatato che in mare sono presenti più mascherine che meduse.

Ricordo che le mascherine, di qualsiasi materiale anche compostabile, si conferiscono sempre e solo nella raccolta dell’INDIFFERENZIATO.
Fonte ISS

*Lo studio citato è stato pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters

Fonti: ANSA, ilsole24ore

AUTO ELETTRICA: Pillole sulla sostenibilità

Nella seconda puntata di PILLOLE SULLA SOSTENIBILITÀ parliamo di AUTO ELETTRICA, veicolo sempre più alla portata di tutti. Per questo è bene capire cos’è.

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Oggi ci viene in aiuto un esperto del settore: Mattia Carpaneda.

Cos’è un’auto elettrica: qual è la caratteristica principale per definirla tale? Quali sono i lati positivi e negativi dell’auto elettrica? Cos’è per Mattia Carpineda la sostenibilità?

Mattia Carpaneda è un progettista meccanico specializzato in veicoli elettrici. Dal 2010 lavora nel settore della mobilità elettrica. Da tutta la vita si interessa di ambiente e sostenibilità fino a farli diventare una grande passione e una scelta professionale, infatti segue e crea progetti legati alla green economy. Un altro suo grande interesse è la tecnologia che pensa possa essere l’abbinamento giusto con le tematiche ambientali. La soluzione più adatta per uno sviluppo sostenibile. Dal 2016 ha fondato Greennovaction, impresa focalizzata sul green che si occupa di progettazione tecnica. Nel 2020 ha iniziato a fare divulgazione tramite il podcast di Greennovaction.

Un mio piccolo contributo per fare insieme un piccolo passo avanti verso una maggiore consapevolezza sul mondo della sostenibilità ambientale.

Melania Ciaramicoli

MICROPLASTICHE: Pillole sulla sostenibilità

Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di MICROPLASTICHE. Ma mi sono accorta che effettivamente molti di noi non sanno nello specifico di cosa si tratta.

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Per questo da oggi inizio a pubblicare una nuova sezione che ho chiamato PILLOLE SULLA SOSTENIBILITA’. Per dare delle piccole tips-eco pillole su argomenti che spesso sentiamo e leggiamo ma che forse molti di noi non hanno avuto modo di approfondire.

Ogni puntata sarò con un ospite esperto dell’argomento che andremo a trattare. Per la prima puntata di PILLOLE SULLA SOSTENIBILITA’ ho l’onore di avere come ospite la Biologa Marina MARTINA CAPRIOTTI che ci parlerà di MICROPLASTICHE.

Cosa sono le microplastiche? Quali sono gli effetti positivi e negativi delle microplastiche? Cos’è per Martina Capriotti la sostenibilità?

Martina Capriotti è una Biologa Marina di origine marchigiana. Ha iniziato la sua carriera studiando l’inquinamento chimico marino e i suoi effetti, e da qualche anno ha aggiunto le microplastiche nei suoi focus di ricerca. Ha un dottorato di ricerca in Scienze della vita e della salute presso l’università di Camerino. E’ esploratrice di National Geographic e una SKY Ocean Rescue Scholar. Attualmente è ricercatrice presso l’università del Connecticut.

Un mio piccolo contributo per fare insieme un piccolo passo avanti verso una maggiore consapevolezza sul mondo della sostenibilità ambientale.

Melania Ciaramicoli

Dove si butta la buccia del Galbanino?

Melania mi sai dire dove si butta la buccia del Galbanino? Perché ho il dubbio se deve essere gettata nella raccolta dell’organico o dell’indifferenziato.

Questa è una delle domande che mi pongono più frequentemente in direct online o quando si fanno due chiacchiere sulla raccolta differenziata.

Il dubbio sorge perché la buccia del Galbanino è un rifiuto, per così dire, un po’ ingannevole come avviene per i gusci di cozze e vongole.
Nel senso tale che il primo pensiero che fa la nostra mente è di associare la buccia del Galbanino ad un alimento. Di conseguenza di poterla conferire nella raccolta dell’umido/organico assieme agli altri scarti alimentari.

In realtà è parte integrante dell’imballaggio del formaggio che acquistiamo. Per essere più precisi è una protezione superficiale in cera microcristallina non commestibile. In sostanza non è parte dell’alimento come può essere la crosta di un formaggio o la buccia di una banana.

Per questo motivo alla domanda dove si butta la buccia del Galbanino – come anche in generale per la cera dei formaggi o del Babybel – io rispondo che va conferita nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Ma sappiamo che qualsiasi oggetto/prodotto che gettiamo nella raccolta dell’indifferenziato diventerà un rifiuto. Quindi se riusciamo a riusarlo in qualcosa di nuovo ed utile, a noi amanti dell’ambiente, schifo non fa!

Non tutti sanno che la cera del Galbanino o dei formaggi in generale si possono fondere e riutilizzare per creare delle piccole candele fai da te profumate con essenze naturali.

Del resto è una cera come quelle delle candele… Perché non riutilizzarla?

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

Se avete altre notizie o dettagli non esitate a commentare o a contattarmi tramite mail.

Il vostro aiuto è utile a tutti noi per riciclare al meglio!

Quanta plastica viene effettivamente riciclata

Ma quanta plastica produciamo? Un infinita! Se ci facciamo caso, quanti oggetti che usiamo quotidianamente sono in plastica? Tanti! E di questa plastica quanta ne riusciamo effettivamente a riciclare?

Non faccio riferimento a numeri e a dati statistici ma volevo fare un piccolo ragionamento attraverso l’osservazione della nostra quotidianità. Come comuni cittadini e consumatori.

Come ho già detto in un altro video/post non tutta la plastica che noi usiamo quotidianamente è effettivamente conferibile nella raccolta della plastica. Attenzioni “conferibile”, cioè vuol dire che prendo il rifiuto/manufatto e lo metto all’interno del sacchetto della raccolta differenziata della plastica – Teniamocelo a mente –

Perché abbiamo visto che solo gli imballaggi sono conferibili nella raccolta differenziata, tutta l’altra plastica no. Un esempio sono i guanti che non svolgono la funzione di imballaggio e quindi, anche se sono in plastica, non sono conferibili nella raccolta della plastica. Fateci mente locale e vedrete che molti prodotti/oggetti che noi utilizziamo quotidianamente non vengono riciclati.

Ma non è tutto, perché non tutta la plastica imballaggio che viene conferita all’interno del sacchetto viene effettivamente “riciclata”.

Conferire e riciclare sono due cose differenti. Conferire: che metto il rifiuto all’interno del sacchetto. Riciclare: che il rifiuto viene effettivamente trasformato in una nuova materia prima seconda.

Spesso sentiamo parliamo di plastica, in realtà dovremmo parlare di plastiche – polimeri differenti – che hanno delle caratteristiche e delle soluzioni di riciclo differenti l’uno dall’altro. E già si creano delle difficoltà (non tutte le plastiche si riciclano). In più alcune plastiche sono dei poliaccoppiati, cioè più materiali/plastiche uniti che non si possono separare e quindi riciclare.

Di tutto questo percorso che fa la plastica ci rendiamo conto che non ne viene riciclata poi così tanta. E, per aggiungere altre considerazioni, mancano anche le impiantistiche: l’impianto che ricicla realmente il prodotto in una materia prima seconda.

Tutto ciò non ci dovrebbe neanche sorprendere più di tanto. Lo vediamo attraverso i media, i social, i telegiornali che la plastica è abbandonata ovunque. Nei nostri mari, nei nostri fiumi. Difficile poi da riciclare e da gestire, perché non c’è solo una questione di riciclo ma anche di gestione. E questo è un grande problema a livello di inquinamento ma anche per gli animali.

E’ un problema perché la plastica non si decompone ma si degrada in piccole particelle chiamate micro-plastiche. Ce le troviamo ovunque… L’ultima notizia, non solo nell’acqua, nel cibo che mangiamo ma anche nella frutta. Addirittura hanno trovato le micro-plastiche sulla neve. Ci rendiamo conto che questa è una grande problematica.

E la soluzione qual è? Quella che mi viene più spontanea, più semplice da attuare è di utilizzarla il meno possibile. Utilizzare la plastica solo quando è necessario. Diminuendo la produzione e la quantità di plastica, per meglio dire di plastiche, quelle poche che dobbiamo produrre ed usare – perché ci servono e sono necessarie – le riusciamo a gestire e a riciclare. Riusciamo a creare con una vera e propria economia circolare.

Ma se noi continuiamo a produrne tanta, a consumarne tanta non riusciremo mai a gestire questo rifiuto tanto comodo ma tanto pericoloso. Dobbiamo diminuire la produzione dei rifiuti cercando di trovare delle soluzioni alternative a questa plastica che ci sta invadendo la nostra vita e il nostro futuro.

La nuova tendenza del commercio online: packaging e sostenibilità

Il commercio online non è più una novità. Anzi, è all’ordine del giorno.
Sicuramente funzionale e pratico da alcuni punti di vista
ma da quello della riduzione degli sprechi e della sostenibilità, la strada da percorrere è ancora lunga.

packaging e sostenibilità

Dal lontano 1994/1995, anno in cui è stato introdotto l’e-commerce come lo conosciamo oggi, lo shopping online sta sempre più diventando parte integrante della nostra quotidianità. Complice anche il recente lockdown del Covid 19, in molti hanno scoperto la comodità di farsi recapitare la spesa direttamente a casa.

Spesso però ci troviamo di fronte a scatoloni inadeguati, ingombranti imbottiture in plastica ed in polistirolo o in carta. E’ il fenomeno dell’overpackaging, ovvero l’eccesso di imballaggio rispetto all’oggetto da spedire. Questo fenomeno è dovuto al tentativo di evitare il rischio di incorrere in incidenti poco piacevoli durante il trasporto dal magazzino alla porta di casa dell’acquirente. Per un’azienda dover rimborsare o sostituire un prodotto danneggiato è sicuramente una perdita sotto più punti di vista.

Ma nel 2020 c’è da tenere presente anche un altro fattore altrettanto concreto tanto quanto quello di un prodotto danneggiato. Al giorno d’oggi il consumatore finale è sempre più attento e sensibile alle tematiche ambientali e alla lotta agli sprechi.

Una nuova esigenza che sta prendendo sempre più spazio nel mondo della grande distribuzione e non solo. Molte aziende cercano di ridurre il loro impatto ambientale anche attraverso la scelta dei propri packaging. Dalla grammatura della plastica agli imballaggi biodegradabili e/o compostabili. Stessa cosa sta avvenendo, seppur in ritardo, nel comparto del commercio online.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma e Spinlife (Università di Padova) presentata alla Marca 2020, il 23% degli italiani al momento dell’acquisto valuta il tipo di materiale utilizzato per l’imballaggio. Invece il 35% dei consumatori valuta insufficiente l’impegno delle aziende nella riduzione dell’impatto ambientale nelle confezioni dei prodotti. Mentre il 62% crede che le azioni messe in campo finora siano appena sufficienti.

Il rapporto tra packaging impiegato e prodotto acquistato online assume maggiore rilevanza anche in termini di brand reputation: sempre più il compito del designer sarà quello di supportare le aziende nell’ottimizzare gli imballaggi in termini di efficienza, sicurezza e sostenibilità.

Per terminare, in funzione esplicativa, citiamo alcuni esempi di un corretto conferimento di un imballaggio online. Se ne abbiamo la possibilità separiamo sempre il nastro adesivo o altri tipi di adesivi presenti nella scatola in cartone, poiché non sono riciclabili. Essi vanno conferiti nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO. Non è obbligatorio ma aiuta ad ottenere una raccolta differenziata di qualità.

Riduciamo il volume degli scatoloni, appiattendoli e/o dividendoli in parti più piccole e conferendo il tutto  nella raccolta della CARTA e CARTONE.

Il pluriball, il cuscinetto d’aria, il polistirolo e le chips (sempre in polistirolo) vanno conferiti nella raccolta della PLASTICA, essendo parte integrante dell’imballaggio. Le chips in amido di mais vanno, invece, nella raccolta dell’ORGANICO, solo se scritto esplicitamente che sono compostabili.

La busta imbottita – carta e plastica – buttiamola nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Teniamo presente che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

Fonte: Dati ISPRA, Comieco

Orologio fai da te | Come realizzare un orologio con il cartone riciclato!

Questo progetto di riciclo creativo nasce da una mia esigenza pratica. Circa due
settimane fa per sbaglio, con la scopa, ho rotto un mio orologio da muro appeso in cucina.

Ho distrutto tutta la parte decorativa in plastica e il vetro in mille pezzetti.
Ma la parte più importante del meccanismo delle lancette è rimasta integra e funzionante.

Così nella prima disperazione dell’accaduto ho gettato il vetro e la parte in plastica
nella raccolta del secco residuo/indifferenziato. Sì, perché entrambi non essendo
imballaggi non sono, ahimè, attualmente conferibili nella raccolta differenziata.

E qui doppio sconforto…  Ma poi ho pensato di approfittarne per provare a creare, con quello
che avevo in casa, un nuovo orologio da muro fai da te e soprattutto con materiale da recupero.

Così avendo tanto cartone di scatoloni utilizzati per il trasloco ho pensato di sfruttare l’occasione.
Ed è nato questo progetto di riusco creativo e, dire anche utile, dei materiali.

E’ stato più semplice del previsto e decorando il cartone ho potuto sfogare la mia creatività.
Io ho disegnato direttamente sul cartone per poi dipingerlo con i colori ad acquarello
che avevo a disposizione ma si possono usare più tecniche come stoffa, adesivi o decoupage.

Vi lascio il video tutorial e se avete domande o dubbi commentate qui sotto ^_^

Mel Ciar per Pianeta delle Idee

Chi cerca la microplastica, la trova!

Fonte immagine: https://geographical.co.uk/

Non solo microplastica nell’aria, nei mari, nei pesci, nei cosmetici e
nel cibo che mangiamo ma anche nelle bevande.

Nell’acqua contenuta nelle bottiglie di plastica. Ma non solo…
Anche nella birra, come l’acqua, contenuta in bottiglie di vetro e nelle
bibite gassate. Come anche nell’acqua di rubinetto.
Sono stati ritrovati frammenti, fibre e granuli di microplastica.
La fonte? Non è ancora chiara…

Sicuramente ci sono un mix di cause che vanno dalla problematica
ambientale ai semplici tappi di plastica.

Non ci sono regole, non ci sono normative e secondo l’Europa non ci sono
nemmeno prove dirette del rischio sanitario che queste presentano.
Non ci sono le prove e i dati tossicologici per affermarlo.
Così hanno concluso gli esperti arruolati dall’Agenzia della sicurezza
alimentare
per conto della Commissione Europea.

Ma tutti sanno che ci sono.
La nostra dieta diventa sempre più accompagnata dalla plastica.
Dagli alimenti imballati nella plastica ma anche, e soprattutto, dalla plastica che non vediamo.
Perché anche se non la vediamo più non scompare ma diventa solo più piccola.

 

Fonte: inchiesta di Indovina chi viene a cena

 

Dove si buttano le mascherine?


La mascherina usa e getta dove si butta? Invece quella riutilizzabile? E quella compostabile?
Melania, ma dove si buttano le mascherine?

Questa è sicuramente la domanda, che in questo preciso momento storico, mi viene posta più volte al giorno tutti i giorni.

dove si buttano le mascherine?

Prima di tutto voglio ricordare che se le mascherine che utilizziamo sono usa e getta, in teoria, non sono riutilizzabili più di una volta.
Ad ogni uso andrebbero gettate.

Fatta questa piccola ma doverosa premessa torniamo a noi: dove si buttano le mascherine?

Vanno conferite nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.
Sia se sono usa e getta, se sono riutilizzabili, se sono in cotone o se sono in materiale biodegradabile e compostabile.
Questo perché sono dei dispositivi potenzialmente pericolosi in quanto portatori della carica virale.
Non sappiano se siamo positivi al virus o meno.
Per questo non sono mai conferibili nella raccolta differenziata. Qualsiasi esso sia il materiale di cui sono composte.

Fonte di indicazione: ISS

Stessa cosa vale anche per i guanti in lattice monouso.
Vanno conferiti nella raccolta del SECCO RESIDUO/INDIFFERENZIATO.

Ultimo accorgimento a cui tengo particolarmente.

NON ABBANDONIAMO MASCHERINE E GUANTI NELL’AMBIENTE

Questo non solo per civiltà e per fare una corretta raccolta differenziata. Ma anche per rispetto di tutti noi perché, non ci dobbiamo dimenticare che, questi rifiuti sono potenzialmente infetti.
Ma anche per rispetto, e quindi per non nuocere, agli animali che
possono essere strozzati o infettati da questi tipi di rifiuti.

Un piccolo gesto che può fare la differenza!

Ricordiamoci anche che per un CORRETTO CONFERIMENTO dei RIFIUTI è sempre bene
comunque far riferimento alle regole del Comune di appartenenza.

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